Sabato 28 ottobre 2017 il progetto “Cippato & Cippatino” sarà a Piacenza (area espositiva Piacenza Expo) in occasione di Forestalia – Salone Agroforestale
L’iniziativa “Valorizzazione del legno-energia e manutenzione del territorio: cosa può fare la piccola e media azienda agro-forestale. Esempi di pellettizzazione su piccola scala, cippatino e micro-gassificazione” si terrà a partire dalle ore 10.
PROGRAMMA
- ore 10,30 / Benvenuto e introduzione
– E. Valbonesi, Regione Emilia Romagna / ”Biomassa forestale e sviluppo del territorio”
– M. Failoni, Cia Toscana / “Il progetto Cippato e Cippatino”
– A. Orlandini, imprenditore forestale / “Le opportunità per le Imprese Boschive” - ore 11,00 / Relazioni tecnico-scientifiche
– C. Fagarazzi, Università di Firenze / “Mercato di legna da ardere e pellet”
– R. Spinelli, CNR IVALSA / “Cippato, cippatino, pellet, gassificazione: tecniche e costi” - ore 11,30 / Esperienze sul campo
– L. Travaglini, Az. Agr. Travaglini / “10 anni di produzione del cippatino”
– D. Del Bono, Termosanitar / “Un impianto industriale per la produzione di cippatino”
– A. Ciripicchio, Nemec srl / “Produzione integrata di pellet e caldaie nel Viterbese”
– L. Minarini, Az. Agr. Michelini / “Produzione di pellet sull’Appennino Bolognese”
– E. Capellino, Pezzolato spa / “Microgassificazione: esempi di successo”
– G. Talachini, Coop. La Foresta / “Se tutto questo non funzionasse: le alternative” - ore 12,30 / Dibattito
- ore 12,50 / Conclusioni
on. prof. VITTORIO PRODI
TEMA DEL CONVEGNO
Una capillare manutenzione dei nostri boschi dipende dalla possibilità di intervenire a condizioni di sostenibilità economica, ove l’opera di manutenzione si tramuti anche in giusto guadagno per le imprese che effettuano il lavoro. Purtroppo, moltissime imprese forestali operano in condizioni di marginalità economica, anche a causa di prezzi del prodotto forestale ancora troppo bassi. Tutti sono d’accordo nell’affermare che solo una piccola parte del valore finale dei prodotti legnosi resta nelle tasche dei proprietari forestali e dei boscaioli, e che il rilancio della gestione forestale deve passare attraverso una migliore redistribuzione del valore, che dia più respiro a chi lavora direttamente in bosco.
Questo vuol dire soprattutto arrivare il più direttamente possibile all’utente finale, saltando le intermediazioni e arrivando alla consegna di un prodotto finito. Il caso classico fino ad oggi era quello della legna da ardere, che molti boscaioli erano in grado di confezionare già in spacconi e consegnare direttamente all’utente finale. Purtroppo, il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione e il rapido affermarsi del pellet stanno determinando una flessione crescente della domanda di legna, a cui si contrappone un incremento dell’offerta generato dalla crisi, che ha costretto molti a ripiegare sull’attività boschiva part-time in mancanza di altre opportunità. Lo sbilanciamento tra domanda e offerta ha determinato un calo dei prezzi, che sta spingendo fuori mercato soprattutto chi opera nel rispetto delle normative in materia tributaria e di sicurezza.
MA A PARTE LA LEGNA, COSA SI PUÒ CERCARE DI VENDERE SUL MERCATO DELL’ENERGIA?
Innanzitutto pellet, visto che il pellet ormai rappresenta un mercato immenso, con un volume di affari che in Italia riguarda circa 3 milioni di tonnellate di prodotto all’anno con prezzi che facilmente superano i 200 €/t. Riuscire ad entrare in questo mercato rappresenterebbe un grosso passo avanti per le ditte boschive italiane che devono fronteggiare il problema legato alla scala industriale con cui viene prodotto il pellet. Le imprese boschive possono solo permettersi pellettifici di piccole dimensioni, ma è lecito chiedersi se questi impianti riescano a produrre pellet a prezzi concorrenziali con quelli del pellet industriale d’importazione.
Se l’opzione pellet su piccola scala non fosse adatta alle condizioni di lavoro in cui si opera, c’è ancora l’opzione cippatino – cioé un cippato di dimensioni ridotte e regolari, in grado di essere impiegato come combustibile nelle stufe e nelle caldaie a pellet (eventualmente dopo piccole modifiche al loro sistema di alimentazione). La produzione di cippatino consentirebbe forse di trovare un sostituto al pellet industriale, prodotto localmente anche da imprese di piccole dimensioni, con materia prima facilmente reperibile sul territorio e a fronte di piccoli investimenti.
Infine, un’alternativa ancora più ambiziosa è quella di produrre corrente elettrica e immetterla in rete. Lo sviluppo di un micro-gassificatore efficiente e remunerativo è un’operazione simile alla ricerca del Scaro Graal, ed è andata avanti per oltre venti anni. Oggi sembra che i sistemi di concezione più recente funzionino davvero, ed esistono già diversi esempi di successo. La produzione di energia elettrica raggiunge il cliente più grande, vorace e sicuro – e offre una buona remunerazione, a fronte di investimenti abbastanza consistenti, ma ancora alla portata di molte imprese.
Se poi tutto questo non andasse, resta la classica vendita di energia termica a utenze aggregate, che è ormai ampiamente collaudata e che sembra ancora avere un notevole margine di sviluppo nelle nostre aree montane.
Di tutto questo si tratterà nel convegno del 28 Ottobre, in cui operatori del settore con esperienza diretta dei fatti forniranno le loro prospettive in un format snello e diretto.
Per ulteriori informazioni: spinelli@ivalsa.cnr.it